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Il sociologo e lo storico - Ragioni Pratiche

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Il sociologo e lo storico

Prefazione a Pierre Bourdieu, Roger Chartier, Il sociologo e lo storico. Dialogo sull’uomo e la società, Bari, Dedalo 2011

venerdì 26 aprile 2013,  

[ pubblicato da Michele Sisto ]

Pierre Bourdieu e Roger Chartier, da rappresentanti della sociologia e della storia, si confrontano su come le due discipline cercano di conoscere e comprendere la nostra società. Nell’introduzione francese Chartier richiama le occasioni pubbliche di questo confronto e, durante le conversazioni, si fa spesso riferimento al dibattito scientifico che in Francia ha visto come protagonisti Bourdieu e gli storici. Un test per l’Italia, dove appare debolissimo il dibattito interdisciplinare tra sociologi e storici, nonostante, da un lato, la sociologia esperienziale colga l’attraversamento dei processi storici nelle vite individuali e, dall’altro, la storia sperimenti il rapporto tra macro e micro nell’approccio biografico. Per la sociologia, già nel 1959, Mills rilevava che «ogni individuo vive, da una generazione all’altra, in una determinata società [...], costruisce una biografia [...] nell’ambito di una particolare sequenza storica» e, proprio per questo, concorre a formare la società e ad alimentare la storia, mentre allo stesso tempo è formato dalla società e spinto dalla storia. Sosteneva che proprio «l’immaginazione sociologica ci permette di afferrare biografia e storia e il loro mutuo rapporto» (Wright Mills, 1959/1995: 16).

Per Bourdieu, «la separazione tra sociologia e storia è disastrosa e totalmente priva di giustificazione epistemologica: ogni sociologia deve essere storica e ogni storia sociologica» (Bourdieu, 1992/1992: 62). Infatti, tutto il suo apparato concettuale, in parte richiamato nelle conversazioni qui pubblicate, non potrebbe essere compreso se non nel quadro della movimentazione storica, proprio nel senso di Mills, del mutuo rapporto tra le azioni degli individui e le sequenze storiche. Basti ricordare molto brevemente alcuni concetti che, come si vedrà meglio più avanti, rappresentano la sua capacità epistemologica di cogliere le sequenze temporali.